Homily of His Eminence Cardinal Burke, Oct. 4, 2014 A. D. at tomb of St. Peter

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Original Italian Text, in blue, which will be followed by my own unofficial English translation in black.  — To the right, Cardinal Burke, on another occasion, in the company of some of the Franciscan Friars of the Immaculate.

Sia lodato Gesù Cristo!

Il Venerabile Papa Pio XII è stato il Papa della mia infanzia. La memoria della venerazione che i miei genitori avevano verso la sua persona e il suo magistero è ancora viva. Nonostante che la mia famiglia abitava in una parte rurale e remota dello Stato del Wisconsin negli Stati Uniti, sentivamo la vicinanza del Papa Pio XII quale Pastore della Chiesa universale. Ricordo anche i racconti di soldati americani ricevuti in udienza dal Santo Padre dopo la liberazione di Roma e di un medico che ebbe il privilegio di partecipare all’udienza concessa ad un gruppo di chirurgi statunitensi, il 24 maggio 1956. Raccontando la loro esperienza tutti si commuovevano per il senso della premura personale per ciascuno di loro da parte del Sommo Pontefice, che irradiava la sua intensa comunione con Colui del quale egli era Vicario sulla terra. Il medico ricordava come il Pontefice parlava dell’ospedale quale “Hotel de Dieu” per ricevere, con fede e amore, tutti gli ammalati, e dimostrava con la sua grande presenza e tenerezza le stesse qualità che stava raccomandando ai medici.
 

Praised be Jesus Christ!

Venerable Pope Pius XII was the Pope of my infancy.  My memory the veneration which my parents had for his person and for his teaching is still fresh.  Notwithstanding that my family lived in a rural and remote part of the state of Wisconsin in the United States, we felt as if Pope Pius XII was closeby as Pastor of the universal Church.  I also remember the reminisces of the American soldiers who received an audience with the Holy Father after the liberation of Rome and of a doctor who had the privilege to participate in an audience granted to a group of surgeons from the United States, on May 24, 1956.  In recounting their own experience, they were greatly moved by the sense of personal care the Supreme Pontiff expressed for each of them and which irradiated from his own intense communion with Him Whose Vicar he was on Earth.  The doctor recalled how the Pontiff spoke of hospitals as the “House of God” for receiving, with faith and love, all the sick, and showed with his own great presence and tenderness the same qualities which he recommended to the doctors.

In questo giorno, nel quale anticipiamo il cinquantaseiesimo anniversario della morte del Venerabile Pontefice, avvenuta il 9 ottobre 1958, ricordiamo le parole di Papa Paolo VI, in occasione del 25º anniversario dell’inizio del pontificato del Venerabile: “Dovremo ricordare una vita sacerdotale pura, pia, austera, laboriosa, spesso sofferente…. Fu eminentemente il Papa della pace, dei diritti della persona umana, dell’organizzazione ordinata e fraterna dei popoli e delle classi sociali…. E fu un amico del nostro tempo; il dialogo con tutte le forme della vita moderna, mediante il criterio risolutivo nella bontà e nella verità del Vangelo dei problemi presenti, fu da lui sistematicamente aperto ed iniziato” (Cf. Paolo VI, “La eletta figura e l’opera immortale del venerato Pontefice”, Insegnamenti di Paolo VI (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana), vol. 2 (1964), pp. 174-175).

Today, on the day in which we anticipate the 50th anniversary of the death of the Venerable Pontiff, which occurred on October 9, 1958, we recall the words of Pope Paul VI, on the occasion of the 25th anniversary of the inauguration of the pontificate of his predecessor: “We should remember this pure, pious, austere, industrious, and often suffering life of priest … He was eminently the Pope of peace, of the rights of the human person, of the orderly and fraternal organization of peoples and social classes … He was a friend of our age; dialogue with all the forms of modern life, by means of a resolute conviction for their goodness and in the truth of the Gospel for present times, was systematically initiated and undertaken by him” (Cf. Paolo VI, “La eletta figura e l’opera immortale del venerato Pontefice”, Insegnamenti di Paolo VI (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana), vol. 2 (1964), pp. 174-175).

Ispirati dalla santità della sua vita, continuiamo a pregare per la sua beatificazione e canonizzazione, implorando specialmente il Signore di dare il segno della sua volontà, concedendo un miracolo per l’intercessione del Venerabile Papa.

 
L’odierna celebrazione in memoria del Venerabile Papa Pio XII felicemente coincide con la Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. Qualche giorno prima della sua morte il 3 ottobre 1226, San Francesco dettava quello che egli chiedeva ai frati di ricevere come “un ricordo, un’ammonizione, un’esortazione e il mio testamento”. Con poche parole egli descrive l’opera meravigliosa della grazia nella sua vita, che lo aveva convertito da una vita di peccato alla vita in Cristo. Egli racconta come Dio l’ha ispirato, portandolo in mezzo ai lebbrosi, che prima egli trovava tanto ributtanti, dando a lui la grazia di riconoscere il volto di Cristo nel volto dei lebbrosi.

Inspired by the holiness of his life, we continue to pray for his beatification and canonization, imploring the Lord in particular to give a sign of His will, by conceding a miracle through the intercession of the venerable Pope.

Today’s celebration in memory of Venerable Pope Pius XII happily coincides with the Feast of St. Francis of Assisi, Patron of Italy.  A few days before his own death on Oct. 3, 1226, Saint Francis dictated to his confreres what he asked of them to receive as a “memory, an admonition, an exortation and my testasment”.  With a few words he described the wonderful work of grace in his own life, which converted him from a life of sin to a life in Christ.  He recounted how God had inspired him, by leading him into the midst of lepers, whom he at first found to be so repulsive, by giving him the grace to recognize the visage of Christ in the faces of the lepers.

Dal momento della sua conversione è stata sua prassi visitare Cristo nei tabernacoli delle chiese, offrendo la preghiera, che in forma abbreviata è diventata una delle nostre preghiere quotidiane: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, e in tutte le Tue chiese che sono nel mondo, e Ti benediciamo, perché per la Tua santa croce hai redento il mondo”. Con l’umiltà del cuore e con l’illimitata fiducia di chi è spiritualmente innocente, San Francesco è stato sempre più attratto a Cristo. Cristo ha rivelato Dio Padre a San Francesco e gli ha concesso il “riposo”, la pace dell’anima e del cuore con la quale egli ha assunto la croce con Cristo, il “giogo” che, per grazia dei Dio, diventa “dolce”, il “peso” che il Signore rende leggero.

From the moment of his own conversion it was his practice to visit Christ in the tabernacles of churches, by offering a prayer, which in its abbreviated form has become one of our own daily prayers:  “We adore Thee, Lord Jesus Christ, and in all Thy churches which are in the world, and we bless Thee, because by Thy Holy Cross Thou hast redeemed the world!”  With humility of heart and with the unlimited trust of one who was spiritually innocent, Saint Francis was always the more attracted by Christ. Christ had revealed God the Father to Saint Francis and had granted him the “rest”, the peace of soul and of heart with which he took up the Cross with Christ, the “yoke” which, by the grace of God, became “sweet”, the “weight” which the Lord made light.

San Francesco scriveva della riverenza che deve essere accordata a Cristo nei testi che contengono la Sua parola, nei luoghi, le chiese e le cappelle dove egli dimora per noi, nei calici e nei lini utilizzati per la celebrazione della Santissima Eucaristia, e infine nel Santissimo Sacramento stesso: “Vorrei sopra ogni altra cosa – scrive San Francesco – che questo santo Sacramento sia onorato e venerato e riservato in posti preziosi riservati. Ogni volta che trovo il Suo santissimo nome o scritti contenenti le Sue parole in un posto inappropriato, mi sforzo di prenderli, ed io chiedo che siano presi e messi in un posto degno”. San Francesco descrive un modo di comportarsi che deve essere naturale per noi che crediamo in Cristo e nella Sua Presenza Reale.

Saint Francis wrote of the reverence which ought to be shown Christ in the writings which contained His words, in the places, the chuches and the chapels where He dwels for us, in the chalices and in the linens used for the celebration of the Most Holy Eucharist, and finally, in the Most Holy Sacrament itself:  “I want above all other things,” writes Saint Francis, “that this holy Sacrament be honored and venerated and reserved in the most precious, secure places.  Every time I find His Most Holy Name or the writings containing His words in an inappropriate place, I strive to taken them, and I ask that they be taken and placed in a worthy place”.  Saint Francis was describing a manner of comportment which should be natural for us who believein Christ and in His Real Presence.

San Francesco si è così avvicinato a Cristo che gli fu concesso il privilegio di portare nel suo proprio corpo “le stigmate di Cristo”, i segni della Presenza di Cristo in mezzo a noi, le ferite gloriose della Sua Passione e Morte. Contemplando le stigmate di San Francesco, siamo riempiti dal desiderio di conoscere e amare di più Cristo nella nostra vita, riconoscendo il volto di Cristo in quelli che sono per noi i lebbrosi, visitando Cristo nel Santissimo Sacramento, e curando tutte le cose associate alla Sua Presenza Eucaristica. Non abbiamo ricevuto la grazia di portare nel nostro corpo le stigmate di Cristo, ma preghiamo che Dio Padre, vedendo il nostro volto, voglia riconoscere il volto del Suo Figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo.

Saint Francis drew so close to Christ that there was conceded to him the privilege of bearing in his own body “the stigmata of Christ”, the signs of Christ’s Presence in our midst, the glorious wounds of His own Passion and Death.  Contemplating the stigmata of Saint Francis, we are filled with the desire to know and love Christ better in our own life, by recognizing the visage of Christ in those who are lepers to us, by ivsiting Chirst in the Most Holy Sacrament, and by caring for all the things associated with His Eucharistic Presence.  We ourselves have not received the grace to bear in our own bodies the wounds of Christ, but we pray that God the Father, when He sees our faces, might deign to recognize the face of His Son, Our Lord Jesus Christ.

È questa totale identificazione di se stesso con Cristo vivo per noi nella Chiesa che contempliamo nella vita e nel ministero apostolico di Papa Pio XII. Era così palpabile nella vita del Venerabile Papa che è stato chiamato con tanta stima ed affetto Pastor Angelicus.

Leviamo adesso i nostri cuori al Cuore glorioso trafitto di Gesù, cosicché l’amore divino che profluisce dalle Sue gloriose ferite e soprattutto dal Suo Cuore riempia i nostri cuori, e dai nostri cuori possano emanare, come sono emanati dal cuore di San Francesco d’Assisi e dal cuore del Venerabile Papa Pio XII, “fiumi di acqua viva” per la salvezza di molti. Preghiamo insieme con San Francesco d’Assisi: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, e in tutte le Tue chiese che sono nel mondo, e Ti benediciamo, perché per la Tua santa croce hai redento il mondo”.

This is the total identification of self with Christ who lives for us in the Church which we contemplate in the life and apostolic ministry of Pope Pius XII.  This was so apparent in the life of the Venerable Pope that he was called with much esteem and affection, the Pastor Angelicus (the Angelic Shepherd).

Let us raise, now, our own hearts to Jesus’ glorious pierced Heart, so that the Divine Love which flows forth form His glorious wounds and above all from His Heart might fill our own hearts, and from our hearts flow forth, like it flowed forth from the heart of Saint Francis of Assisi and from the heart of the Venerable Pope Pius XII, “rivers of living water” for the salvation of many.  Let us pray together with Saint Francis: “We adore Thee, Lord Jesus Christ, and in all Thy churches which are in the world, and we bless Thee, because by Thy Holy Cross Thou hast redeemed the world!”
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Note: There is no equivalent of the Thee and Thou in Italian, but as it is customary in traditional Catholic English, I have rendered the 2nd person singular thus, in the words of my Seraphic Father, since this is what I do, out of respect for his profound faith, in my translation of his entire works, published by The Franciscan Archive.
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